lunedì 21 giugno 2010

Conosciamoli meglio: Mauro Ferri


Povercrist: Buondì sciur! Lù l'è...?
Mauro: (strappando il microfono all'intervistatore) Eccomi quì a raccontare chi sono e cosa faccio nel gruppo. 
Non è stata una decisione facile, del resto lo sanno tutti che sono alquanto timido e per nulla esibizionista.
Chi sono? Mi chiamo Mauro Ferri e ho visto la luce nel giugno del 1969 ( il 21 per la precisione), anno fantastico...e non per quello che pensate ma per l' emozionante conquista della luna.
Chi interpreto? Beh sono sicuramente il cantante (??) del gruppo. Ho ricoperto negli anni i ruoli più disparati; dalla donna in stato interessante alla mutua, al gigolò che insidia una bellezza abbagliante come la Chetta, dalla nonnina emigrante in partenza per le americhe ad una delle sorelle della Teresa. Via via fino ad arrivare a questo spettacolo dove interpreto una contessa in vacanza alle terme (i fanghi, i fanghi per il viiiisoooo!!!), ed un cow-boy americano col pallino della lingua italiana in vacanza nel Trentino. Poi naturalmente sono uno dei ballerini, non per niente soprannominato GARRISON.
Come è cominciato tutto? Se la memoria non mi inganna, galeotto fu il materasso. Correva l'anno 1992 e il mio lavoro del momento mi portò a conoscere Maurizio. Feci una dimostrazione per la vendita di un materasso in lana merinos proprio a casa della Teresa.
La vendita andò bene e...li cominciò la mia carriera teatrale.
Uno dei momenti che più mi piace ricordare con estrema emozione è la canzone "gira la vita". In quella canzone da me interpretata mi presentavo sul palco con un bambino stile "piccole canaglie". Beh quel bambino è mio figlio e per la prima volta calcava le scene in uno spettacolo di Teresa e Mabilia. L'emozione era grandissima, si entrava dal fondo della platea con l'occhio di bue puntato su di noi, mano nella mano e a piccoli passi si arrivava sul palco dove un violinista tzigano intonava le note della canzone. Sinceramente (ma forse sono di parte) era da pelle d'oca.
Cosa mi aspetto da Milano? Mi aspetto una serata esaltante, con un pubblico fantastico. Mi aspetto una performance all'altezza della situazione e del teatro che ci ospita. Mi aspetto, ma ne sono sicuro, di conservare un ricordo indelebile della serata e dei visi di tutti i partecipanti. Attori, tecnici, mogli e truccatrici, costumiste e coreografa, tutti, nessuno escluso.
P: Ohè, te' diì tucc ti... Ma mi sunt chi a faà cusè?!?
M: Boh... Grazie e ciao!

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